La qualità letteraria delle poesie presentate nei primi cinque anni del Premio Ozieri, precisamente dal 1956 al 1960, risente di una certa mediocrità, giustificabile alla luce di diversi fattori:
- passaggio tra una poesia di tipo prevalentemente orale ad una poesia scritta
- prevalenza di temi arcadici, bucolici in genere, ed encomiastici, cari alla tradizione ottocentesca
- tematiche fisse e ripetitive perlopiù amplificate dal tema imposto dei primi anni
- mancanza di introspezione e di polivalenza semantica
- uso costante della rima, con prevalenza dell'endecasillabo, e di una struttura metrica fissa e monotona, tipica della poesia improvvisata.
- presenza di italianismi e di forzature. Assenza di sperimentalismo linguistico
La scelta dei testi, pertanto, è stata condotta cercando di isolare quei componimenti che mostrassero innanzitutto novità tematiche e novità metriche.
Per offrire un dettagliato confronto tra stili per così dire conservativi e fra quelli innovativi, si è cercato di isolare alcune tematiche, per analizzare come diversi autori abbiano trattato lo stesso argomento. Per esempio: “Ozieri e la sua festa”, il tema imposto dalla giuria per la prima edizione del 1956, ma anche per l'anno successivo, indusse i maldicenti a parlare di “premio campanilistico”. Perciò abbiamo scelt o quattro poesie aventi questo tema, per conoscere quattro punti di vista diversi: Ozieri terra di poesia; luogo di divari socio-economici; cittadina dalla gloriosa storia; luogo surreale invidiato da tutta la Sardegna.
Sono state selezionate anche poesie con una certa novità di tipo metrico che, pur nel solco della tradizione, sono rinvigorite da particolari scelte prosodiche che ne hanno impreziosito la versificazione.
La stessa cosa dicasi per le tematiche in cui l'autore abbia mostrato una certa capacità di affrontare l'argomento senza sconfinare nella banalità e nella scontatezza. Temi d'amore, di protesta sociale, di introspezione psicologica, con ricchezza di campi semantici e metafore.
La selezione ha riguardato anche le poesie che presentassero una certa unitarietà linguistica, intesa come capacità dell'autore di attingere sia al vocabolario della propria varietà di appartenenza che a quelli dei paesi confinanti, con la volontà di arricchire la gamma lessicale a disposizione, senza inutili italianismi e forzature linguistiche.
Durante i primi cinque anni del Premio, vennero presentate, per la maggior parte poesie nella
varietà logudorese. Pian piano iniziavano però ad affacciarsi il campidanese, il sassarese ed il gallurese. Non ancora il catalano di Alghero ed il Tabarchino di Carloforte che faranno la loro comparsa negli anni successivi. Si è cercato di fare una scelta dei testi quanto più rappresentativa delle varietà della lingua sarda, a patto che tali testi avessero un minimo di qualità letteraria, secondo i parametri summenzionati.
Nell'antologia presentata non si poteva prescindere dalle poesie che la Giuria dell' Ozieri, negli anni considerati, ha ritenuto meritevoli dei primi tre premi. Essi sono stati presentati con la veste grafica riveduta secondo le norme ortografiche a cui si rimanda e con la traduzione originale così come presente nelle edizioni in commercio. Quando comunque una poesia antologizzata abbia ricevuto un qualsiasi premio da parte della giuria, anche una segnalazione o una menzione, in calce al componimento è stato annotato insieme all'anno di presentazione e al nome dell'autore o allo pseudonimo.
Cristiano Becciu